Pagelle Parigi-Nizza 2024: Jorgenson nuova stella, Evenepoel combatte, Bernal risale – Roglič e Rodriguez fuori condizione, Pedersen a mani vuote

Matteo Jorgenson (Visma|Lease a Bike), 10 e lode: Che fosse forte si era capito e, soprattutto, lo avevano capito i dirigenti della Visma|Lease a Bike, che si sono mossi per tempo per strapparlo alla Movistar, offrendogli prospettive che lo hanno convinto da subito. Lui ha ripagato la fiducia con un inizio di stagione ai limiti della perfezione, fra prime Classiche e questa corsa. Lo statunitense ha confermato di essere efficace su tutti i terreni (resta da misurare solo sulle grandi montagne) e ha dimostrato anche grande tenuta mentale, attaccando nei momenti giusti e gestendo alla grande la situazione nell’ultima, complicatissima, tappa.

Olav Kooij (Visma|Lease a Bike), 8,5: Le tappe per ruote veloci erano tre e lui ne vince due, rimanendo tagliato fuori dalla tenzone in occasione della seconda giornata di gara. Il successo della prima frazione è da velocista puro, quello sul traguardo di Sisteron è da corridore completo, tanto che matura a spese di un campione del calibro di Mads Pedersen. Il neerlandese è atleta da tenere sempre in considerazione, anche su percorsi non del tutto piatti.

Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep), 8,5: Ci prova, ci riprova e ci prova ancora. Alla fine, chiude con una vittoria di tappa, nella giornata più difficile, con il secondo posto nella generale, con la Maglia Verde e con quella a Pois, confermando un ruolo da protagonista assoluto. Non riesce, però, a staccare Jorgenson e paga probabilmente, in chiave vittoria finale, qualche la gestione tattica (oltre che il mancato supporto della squadra) in alcuni momenti rivelatisi poi decisivi.

Mattias Skjelmose Jensen (Lidl-Trek), 8: Una volta di più fra i migliori di una corsa importante, il danese timbra il cartellino con una brillante vittoria di tappa ed è protagonista per tutta la settimana. Non gli riesce, però, di tenere le ruote di Jorgensen, Evenepoel e Vlasov nell’ultima, decisiva, frazione. L’impressione è che, in salita, abbia un limite che è ancora da spingere un po’ più in là, per essere competitivo con i calibri più grossi del ciclismo attuale.

Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe), 8: Alla fine, è la strada che parla e, nel suo caso, il verdetto è stato che il russo era il corridore più brillante della squadra tedesca. Raccoglie un successo di peso nella settima (accorciata) tappa e prova a tenere botta fino in fondo anche nell’ultima frazione, risalendo la classifica generale giorno dopo giorno e rimediando, parzialmente, a una cronosquadre “difettosa”.

Egan Bernal (Ineos Grenadiers), 7,5: Pensando al punto da cui era ri-partito, quanto fatto dal colombiano in questa corsa è davvero notevole. Fa vedere sprazzi di qualità, soprattutto nella tappa del Mont Brouilly, e finisce per risultare il corridore di riferimento della squadra. Evidentemente, gli manca ancora il picco necessario per tenere le ruote dei più forti, ma il percorso imboccato con l’inizio di questa stagione sembra quello giusto.

Brandon McNulty (UAE Team Emirates), 7,5: Chiude sul podio della generale e già questo è un aspetto ragguardevole. In una squadra dai tanti “galli”, alla fine, risulta il più continuo e il più brillante, portando a termine una notevole prestazione nell’ultima, difficilissima, tappa. Cresce, anno dopo anno e corsa dopo corsa, come peraltro prospettato in passato dai suoi tecnici in casa UAE.

Lukas Plapp (Jayco-AlUla), 7: Con la squadra si rende protagonista di una buona cronosquadre e fa ancora meglio il giorno successivo, quando arriva secondo sul Mont Brouilly e indossa la Maglia Gialla. Prova a difenderla, ma la concorrenza è troppo qualificata per riuscire a resistere: mostra comunque grinta e determinazione, oltre che buone gambe, e chiude con un sesto posto generale più che discreto.

Arvid de Kleijn (Tudor), 7: Un solo lampo, quello sul traguardo di Montargis, che è pero luminosissimo, dato che si è trattato della prima vittoria nella – giovane – storia della sua squadra a livello WorldTour. Si conferma velocista di razza, oltre che uomo molto importante per la sua compagine, e sembra più che probabile che possa lasciare altri segni nell’arco del calendario, da qui a fine stagione.

Christian Scaroni (Astana Qazaqstan), 7: Prova più volte ad andare all’attacco e si ritrova protagonista di un bel duello con Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies, 6,5) per la Maglia di miglior scalatore. Nell’ultima tappa è encomiabile nel raccogliere punti su tutte le salite, al netto del fatto che gli uomini di classifica fanno corsa dura praticamente da subito. La beffa, però, è dietro l’angolo, anzi in cima all’ultima salita, dove Evenepoel fa il pieno di punti e lo supera (47 a 44). In chiave ultima tappa, ha del clamoroso il rendimento del compagno di squadra Samuele Battistella (6), che resta in pratica con i migliori fino alla fine e chiude con un eccellente sesto posto di giornata.

Santiago Buitrago (Bahrain Victorious), 6,5: Firma una vittoria pesante e prestigiosa sul traguardo del Mont Brouilly, mettendo in mostra una volta in più grandi qualità da scalatore e anche una notevole lucidità nella gestione delle situazioni tattiche. Nei giorni successivi, però, cade due volte e vede così compromesse le sue possibilità di fare classifica, vedendosi costretto persino al ritiro nel corso dell’ultima tappa.

Laurence Pithie (Groupama-FDJ), 6,5: Conferma le cose buone fatte vedere in queste prime settimane di stagione e si toglie anche lo sfizio di indossare per un giorno la Maglia Gialla. In volata ci sa fare e sa tenere botta su percorsi complicati: tenuto conto che ha solo 21 anni, di sfizi potrà togliersene molti altri, da qui in avanti.

Mads Pedersen (Lidl-Trek), 6,5: In alcuni momenti, quando prova ad andare in fuga e quando è impegnato nel lavoro per la squadra, mostra una condizione straripante. A pedivelle ferme, però, manca l’attesa vittoria di tappa: nel conto finale ci sono due secondi posti, asempre alle spalle di Kooij, che non possono soddisfarlo fino in fondo. A questo punto, però, è uomo da tenere sicuramente d’occhio durante la Milano-Sanremo…

Matteo Trentin (Tudor), 6,5: Due discreti piazzamenti in altrettante volate “mosse” e un lavoro fondamentale per il successo del compagno De Kleijn a Montargis. Il suo ruolo di “capitano di strada” all’interno di una squadra in crescita acquisisce importanza giorno dopo giorno.

Felix Gall (Decathlon-Ag2R La Mondiale), 6: In salita c’è, ma questa volta non ripete i prodigi fatti vedere nella seconda metà della scorsa stagione. Per lui, come per altri corridori impegnati nella Corsa del Sole, gli obiettivi primari però sono più in là nel tempo e, nel caso dell’austriaco, il nono posto nella classifica finale è comunque un risultato utile, soprattutto per la squadra.

Pello Bilbao (Bahrain Victorious), 5,5: Fa strano vedere un regolarista del suo calibro così lontano (23esimo) in classifica generale. Si è messo sì a disposizione del compagno di squadra Buitrago, ma non ha dato continuità alle buone cose fatte vedere qualche settimana prima all’UAE Tour. Conoscendolo, sarà comunque pronto per i grandi obiettivi della sua stagione.

Primož Roglič (Bora-hansgrohe), 5: Intorno a lui, e alla sua prima uscita, senza i “soliti” colori gialloneri addosso c’era grande attesa. Ebbene, lo sloveno ha fatto capire di essere ancora lontano da una condizione che potrebbe quantomeno permettergli di lottare per il grande obiettivo della sua stagione, il Tour de France. Fa un po’ di confusione, insieme alla squadra, nella cronometro e poi è costretto a incassare minuti di ritardo nelle due tappe conclusive e decisive. Ha tempo per rifarsi, ma c’è sicuramente parecchio su cui lavorare.

David Gaudu (Groupama-FDJ), 5: Nel 2023, la Corsa del Sole fu probabilmente il miglior momento della sua stagione. Questa volta, la Parigi-Nizza ha risvolti quasi tragicomici per il francese, che si auto-elimina cadendo in salita, lungo l’ascesa al Mont Brouilly.

João Almeida (UAE Team Emirates), 5: Le gerarchie interne della squadra erano da definire, in seguito al primo posto nella cronosquadre. Alla fine, il portoghese è progressivamente sparito dalla lotta per le posizioni più importanti, lasciando campo libero a un ben più brillante McNulty. Il lusitano è uno che ci mette sempre un po’ a carburare, ma l’impressione è che la concorrenza interna, di altissimo livello, non gli faccia granché bene.

Carlos Rodríguez (Ineos Grenadiers), 5: Prende 19 minuti di ritardo nell’ultima giornata di gara e conferma di essere ancora lontano dalla sua miglior condizione. Gli obiettivi più significativi della sua annata sono ancora lontani, ma le prime uscite della stagione non sono state molto confortanti.

Arnaud Dèmare (Arkéa-B&B Hotels), 5: Tre volate a disposizione e neppure un piazzamento fra i primi 10 nel suo bilancio. La stagione del francese è iniziata su note abbastanza basse, mentre la squadra, anche in chiave “salvezza” ha bisogno di ben altro da lui e dai suoi spunti.

Arnaud de Lie (Lotto Dstny), 5: Il giovane fenomeno belga sembra essersi avvitato su stesso in queste prime settimane di 2024. Nervoso e poco sereno, non riesce a tenere il passo dei migliori nelle prime due tappe, adatte a lui, e poi decide di ritirarsi, per concedersi un po’ di riposo. Si vedrà, già alla Sanremo di questo sabato, se sarà stata la scelta giusta.

Jay Vine (UAE Team Emirates), 5: Come già successo in altre occasioni, parte molto bene e poi esce di scena, non riuscendo a mantenere le attese. Anche questa volta dimostra di non gradire troppo i percorsi mossi e ondulati e finisce per ritirarsi durante l’ultima tappa.

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